Arcana Gemina Intima

Arcana Gemina Intima: Antarte, Eutané, Mater cordis, Due donne, Amica, Jorg Urm, Antica Dea, Canti alla dea oscura, Madre, Apparizioni

di  Dario Chioli  (Autore)



Ho appena ordinato questo libro su Amazon e non vedo l’ora di Riceverlo. Ho avuto un piacevole scambio su Facebook con l’autore e dando un’occhiata alle sue pubblicazioni mi sono subito precipitato su questa.

Nella presentazione Dario Chioli scrive :

“Ho voluto raccogliere in questo volume una serie di poesie che, viste col senno di poi (perché quando le scrissi non ce l’avevo così chiaro), si incentrano sull’Anima personificata, che non è solo una metafora ma corrisponde invece alla daēna, ovvero a quella compagna interiore che l’uomo insegue tutta la vita e potrà incontrare davvero, secondo gli zoroastriani, all’atto della morte, splendida se fu un uomo buono, orrida se fu un malvagio. Qualcosa di simile all’Anima junghiana, ma anche, più tradizionalmente, alla Musa che ispira il poeta, all’eterna Madre che nelle sue varie ipostasi si fa di volta in volta figlia, sposa, sorella… Il tutto si manifestò la prima volta con Antarte, questo frutto della mia adolescenza, poi subì metamorfosi, divenne Eutané, la Bella Morte della meditazione sul mondo, l’Amica che compare nei trasalimenti della meraviglia e della nostalgia, Aase figlia del mare, e anche l’antica Dea dai molti nomi…”

Ho tradotto con Deepl la pagina wiki su daēna, l’anima personificata : https://en.wikipedia.org/wiki/Daena

Daēnā (pronuncia avestana: [dʌeːnaː]) è un concetto zoroastriano che rappresenta l’intuizione e la rivelazione, da cui “coscienza” o “religione”. In alternativa, Daena è considerato una divinità, annoverata tra gli yazata.

Nomenclatura
Daena è un sostantivo femminile che si traduce in “ciò che si vede o si osserva”. In Zoroastrianism: An Introduction to an Ancient Faith, Peter Clark suggerisce che il termine potrebbe anche essere legato alla radice avestana “deh” o “di-” per ottenere comprensione.[1]

Il termine avestano 𐬛𐬀𐬉𐬥𐬁 – trisillabico daēnā nell’avestano gattico e bisillabico dēnā nell’avestano giovane – continua nel medio persiano come dēn (𐭣𐭩𐭭) (origine del nuovo persiano دین[2]), che conserva i significati avestani. A titolo di paragone, il termine sanscrito dhénā significa pensiero, ma pensiero nella sua accezione più elevata e spirituale.[3][4] La parola Zen, utilizzata nel nome della setta religiosa del Buddismo Zen, deriva dal cognato dhayanā (si veda anche Dhyāna nel Buddismo).

Si pensa che il Daena dello zoroastrismo sia legato al sanscrito Dharma, che significa anche “la Legge”.[5]

Nelle Scritture

Sogdian Daēnās, disegno al tratto del X secolo proveniente dalle Grotte di Mogao. La divinità a sinistra è probabilmente una rappresentazione di Daēnā.
Il concetto di Daena è menzionato nei Gatha, una serie di diciassette inni che si suppone siano stati scritti da Zoroastro.[1] Daena compare sia nell’Ahunavaiti Gatha[6] che nell’Ushtavaiti Gatha,[7] dove è scritto che Daena è in qualche modo affiliato alla ricompensa che i fedeli riceveranno nell’aldilà. Tuttavia, i riferimenti al Daena nei Gatha sono brevi e lasciano molta ambiguità sulla sua natura.

Gli scritti avestani più tardi, come la Vendidad, descrivono ulteriormente il concetto di Daena. La Vendidad ritrae Daena come una sorta di psicopompo, che guida le anime buone e pure attraverso il ponte di Chinvat verso la Casa del Canto, il paradiso zoroastriano, mentre i malvagi vengono trascinati nella Casa della Menzogna, un luogo di punizione. Viene descritta come finemente vestita e accompagnata da cani.[8]

Maneckji Nusserwanji Dhalla scrive nella Teologia zoroastriana che all’alba del quarto giorno dopo la morte “appare all’anima la propria daena, o coscienza religiosa, sotto forma di una damigella di insuperabile bellezza, la più bella delle belle del mondo”[9].

Daena è la Legge eterna, il cui ordine è stato rivelato all’umanità attraverso le “Sacre Parole” Mathra Spenta. Daena è stato usato per indicare la religione, la fede, la legge, anche come traduzione del termine induista e buddista Dharma, spesso interpretato come “dovere” o ordine sociale, giusta condotta o virtù. La metafora del “sentiero” di Daena è rappresentata nello zoroastrismo dalla maglia intima di mussola sedreh, il “Buon/Santo Sentiero”, e dalla cintura Kushti a 72 fili, l’“Apripista”.

Vedi anche
Dharma
Din (arabo)
Dhyāna (disambiguazione)
Fanciulla del cielo
Riferimenti[modifica]
^ Salta a: a b Clark, Peter (1998), Zoroastrianism: An Introduction to an Ancient Faith, 1, Sussex: Sussex Academic Press: 69-70.
Jeffery, Arthur (1938). Il vocabolario straniero del Corano. Baroda: Oriental Institute. pp. 131-132.
^ Oliphant, Samuel Grant (1 gennaio 1912). “Sanscrito dhénā = Avestano daenā = Lituano dainà”. Journal of the American Oriental Society. 32 (4): 393-413. doi:10.2307/3087593. JSTOR 3087593.
^ “Sanscrito dhénā = Avestano daenā = Lituano dainà”. Journal of the American Oriental Society. Dicembre 1912.
Morreall, John; Sonn, Tamara (2011). The Religion Toolkit: A Complete Guide to Religious Studies. John Wiley & Sons. p. 324. ISBN 9781444343717.
^ “Avesta: Yasna 28-34 – Ahunavaiti Gatha (inglese)”.
^ “AVESTA: YASNA (inglese): Capitolo 43-46 – Ushtavaiti Gatha”.
^ “AVESTA: VENDIDAD: Indice”.
^ “Teologia zoroastriana dai primi tempi ai giorni nostri”. 1914.

La foto in copertina viende da https://it.wikipedia.org/wiki/Avvampante_giugno . Adoro https://www.rbkc.gov.uk/museums/frederic-leightons-flaming-june-making-icon che abbiamo visitato durante il viaggio a Londra. Che bello !!!!

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